Nella riunione del 16 ottobre 2024 il Consiglio di Presidenza della SISD ha elaborato, all’unanimità,
il seguente documento relativo al cd. adeguamento dei corsi di studio alle classi ministeriali definite
con DD.MM. n. 1648 e n. 1649 del 19 dicembre 2023.
- Considerato che alcuni Dipartimenti hanno già avviato o avvieranno a breve le procedure per
l’adeguamento delle classi di laurea di nostro interesse (LMG-01 Classe delle lauree
magistrali in Giurisprudenza, L-14 Classe delle lauree in Scienze dei Servizi giuridici), la
SISD ritiene opportuno offrire alla riflessione e alle decisioni delle colleghe e dei colleghi
indicazioni e argomenti utili ad affrontare nelle diverse sedi questioni strategiche per il futuro
dei nostri due Gruppi scientifici disciplinari (GSD).
Alla luce di ciò, la SISD:
- intende richiamare l’attenzione di tutti sulla “filosofia” di fondo – espressa a suo tempo in
sede di Conferenza dei Direttori, della CASAG e soprattutto del C.U.N. – della cd.
“manutenzione” delle classi. Il principale obiettivo non è quello di cambiare equilibri
consolidati tra i vari gruppi disciplinari quanto piuttosto rivedere le modalità della didattica e
dei tempi di apprendimento avendo riguardo ai nuovi obiettivi formativi;
- osserva che in alcune sedi si sta palesando il rischio di determinare attriti e tensioni tra i nostri
due GSD allo scopo di modificare equilibri raggiunti con l’applicazione delle tabelle vigenti.
La SISD richiama con forza la necessità di evitare lotte intestine che finiranno sempre – alla
lunga – per danneggiare tutti e due i GSD. Si è fermamente convinti che solo rispettando il
principio di pari dignità e di ragionevole equilibrio sia possibile assicurare unità strategica
d’intenti, difesa locale e nazionale delle posizioni acquisite, reciproco riconoscimento anche
sul piano del reclutamento; - rileva, di conseguenza, che il modo migliore per difendere i nostri due GSD da possibili
“attacchi” provenienti da altri settori disciplinari, e già segnalati in alcune sedi, sia quello di
operare in stretta sinergia a livello locale per tutelare insieme le posizioni conseguite nel corso
degli anni. A tal proposito, si mette in guardia circa la possibilità che la riduzione a 25 crediti
minimi assegnati dalla nuova tabella ai due GSD (comunque da arrotondare in eccesso ad un
numero pari superiore) potrebbe favorire azioni esterne volte a ridurre tanto i nostri crediti
obbligatori all’interno dell’offerta formativa dei singoli corsi di laurea, sia, più gravemente, il
numero dei nostri insegnamenti (riducendoli, nella peggiore delle ipotesi, a uno per ciascun
GSD). A questo proposito è bene ricordare che il nuovo ordinamento della laurea magistrale
in Giurisprudenza prevede che nel primo triennio i due GSD abbiano almeno 12 crediti da
suddividere in parti uguali. Questo è un argomento certamente rilevante per rafforzare la tesi
delle due annualità. Attualmente nella maggior parte delle sedi i nostri GSD (diritto romano
e storia del diritto) godono ciascuno di due annualità obbligatorie (in genere 8-9 crediti al
primo anno; i restanti 6-7 negli anni successivi). Ciò ha consentito una presenza significativa
nei piani di studio con la possibilità di avere tesi di laurea e, soprattutto, di favorire un
adeguato livello di reclutamento. In definitiva appare fondamentale conservare nella misura
maggiore possibile l’attuale assetto, consistente, come s’è detto, perlopiù in quattro annualità
obbligatorie (anche accettando, come extrema ratio, una riduzione dei crediti per ciascuna
annualità, ove questa riduzione risultasse strettamente necessaria, ma respingendo altresì, nel
modo più fermo, soluzioni che collochino i nostri insegnamenti tra “ulteriori crediti
obbligatori” insieme a materie di GSD diversi dai nostri due), facendo valere a tali fini il fatto
che la “manutenzione” è soddisfatta anche mantenendo l’attuale status quo e che comunque
ogni offerta formativa deve rispondere a criteri obiettivi di omogeneità, coerenza e razionalità. - ricorda, altresì, che una forte minaccia di ridimensionamento riguarda certamente i corsi della
classe dei servizi giuridici. A differenza della nuova tabella del corso magistrale, che
mantiene alle nostre materie lo status di attività formative di base, quindi, come appena
osservato, con un numero minimo di crediti obbligatori, la classe dei servizi giuridici ha
inserito diritto romano e storia del diritto tra le materie caratterizzanti, per la verità assieme a
quasi tutte le altre discipline di area 12. Solo diritto privato e diritto costituzionale/pubblico
hanno assicurati 9+9 crediti. La nuova tabella, pertanto, richiede di elaborare a livello locale
strategie efficaci per conservare almeno i 6 crediti che attualmente sono riconosciuti alle
materie dei nostri GSD. Molto dipenderà dalle situazioni specifiche, ma l’argomento dello
status quo – che andrebbe a vantaggio di quasi tutti i gruppi disciplinari – può essere utilizzato
per creare “blocchi di interesse”, insieme anche alla Filosofia del diritto. È quasi superfluo
ricordare che anche grazie alla presenza delle nostre materie nei corsi di servizi giuridici è
stato possibile sostenere il reclutamento di nuovi professori. - sottolinea, quale espressione dell’effettivo “spirito” della “manutenzione” delle classi di
laurea, alcuni passaggi del documento di sintesi del Convegno su “Ruolo e formazione del
giurista nella società in trasformazione”, tenutosi a Bologna il 12-13 aprile 2024 e organizzato
congiuntamente da C.U.N e CASAG, nei quali si afferma la necessità di «rilanciare la figura
del giurista-umanista, ridimensionando sia la valenza esclusiva del “giurista-fabbro”
(esperto in specifiche e compartimentate funzioni), sia la visione della formazione giuridica
come produzione di competenze parcellizzate da “scambiare” nel mercato del lavoro» e altresì
quella «di superare la dialettica tra discipline culturali e discipline professionalizzanti,
uscendo dalla logica dello “scontro tra materie” e puntando sulla dimensione culturale
“integrale” della formazione di tutte le discipline giuridiche». Da ciò nasce l’auspicio che
nella formazione del giurista odierno si evitino «percorsi formativi dichiaratamente troppo
frastagliati, per concentrarsi (quanto a ciò che si deve obbligatoriamente apprendere) su
conoscenze e competenze fondamentali» e che, pertanto, si progettino anche per le lauree
triennali percorsi che, «senza rinunciare all’interdisciplinarità», si caratterizzino per «gli
opportuni bilanciamenti rispetto alla necessaria acquisizione di nozioni e principi, anche
metodologici, irrinunciabili e propri della tradizione giuridica».
Sulla base di quanto sopra, la SISD – confidando nella collaborazione delle nostre due
Società disciplinari – si impegna a sostenere ogni iniziativa che, in sede nazionale e locale,
sarà volta a tutelare la posizione accademica, scientifica e culturale delle materie romanistiche
e storico-giuridiche. A tal riguardo, la SISD, nelle persone dei componenti il suo Consiglio di
Presidenza, è immediatamente disponibile ad offrire il proprio avviso e consiglio, dietro
richiesta dei propri associati, su ogni questione che dovesse insorgere a seguito
dell’applicazione dei nuovi ordinamenti.
Il Consiglio di Presidenza SISD
Giovanni Luchetti (p.), Luigi Lacchè (v.p.), Fabio Botta (s.), Nicoletta Sarti (t.), Giovanni
Chiodi, Paola Lambrini, Dario Luongo, Mariella Miceli, Massimo Miglietta, Cristina Vano